Anticamente, per l'approvigionamento delle città e degli eserciti, erano stati realizzati degli appositi magazzini, denominati canove. L'ufficiale preposto alla gestione della canova era il canovaio o, nella denominazione settentrionale, canevaro. Con il passare dei secoli, con la trasformazione degli abitati, la figura del canevaro non si è dispersa, ma ha mantenuto la sua centralitànella vita sociale della comunità.
La canova si è trasformata nella cantina, in quel luogo di ritrovo pubblico che garantiva la coesione della comunità, dove uomini di tutti i ceti sociali entravano per mangiare e bere, parlare e concludere affari, lasciando tra bicchieri e stoviglie immense briciole di umanità. Il canevaro così ha continuato a rivestire il suo ruolo di dispensiere del cibo, vino, salute e benessere, garantendo alla comunità una possibilità di ristoro corporeo e interiore. I giorni attuali vedono un'ulteriore evoluzione della canova, ma il canevaro continua, sotto altro aspetto, in altro luogo, a voler fare ancora da perno all'allegria, alla serenità e al gusto di chi cerca, anche nelle piccole cose, tracce della realtà della vita.
Il menu proposto in sala varia ogni tre mesi in base agli ingredienti di stagione permettendo di offrire proposte sempre varie ed ricercate. Il novanta per cento dei primi piatti sono realizzati con pasta all'uovo fatta in casa.